Briciolino

Di Diana Macchitella *

Era un bel gattino, l'ultimo della sua cucciolata, nato da un bel papà rosso e da una mamma dolce ed affettuosa...era rimasto con i genitori, nessuno lo aveva scelto, ma era ben contento di ciò, aveva buone pappe e tanto affetto! Un giorno lo presero e lo portarono ad una signora che aveva espresso il desiderio di un micino, era stato in auto, era arrivato nella nuova casa, grande, luminosa, confortevole. Il primo approccio, bellissimo! crocchette fragranti, acqua a volontà, vasi da fiori da annusare, tanti angoli da scoprire. Briciolino aveva girato dappertutto, era salito sul lettone, ma ne era stato prontamente cacciato..." Lì, no!" avevano gridato e gli avevano proposto una piccola cuccia da gatto ( morbida, certo) in un angolo della casa...Non gli era piaciuto questo gesto, al micino, si aspettava confidenza con i suoi umani, ma loro erano accorti, ma non amorevoli. Passavano i giorni, il piccolo cresceva nella bella casa, prendeva confidenza con tutto, aveva a volte delle carezze, ma solo quando gli umani avevano un po' di tempo.Era una frenesia di gente che andava e veniva, piedi e gambe sconosciuti che lo facevano scappare intimorito e poi...silenzi immensi, vuoto da colmare in intere giornate di assenze prolungate.La sera c'era la pappa pronta, la poltrona attrezzata con il foulard per lui, la televisione, a volte carezze, poi la notte che tutto maschera. Briciolino sapeva di essere andato a stare bene, aveva sentito racconti di suoi simili maltrattati, la mamma gli aveva raccomandato di essere buono e lui, spesso piangendo, voleva ubbidire alla mamma lontana di cui aveva ricordo e tanta nostalgia. Ma sapeva anche che avrebbe voluto qualcosa in più, un bacio, una stretta fra le braccia, una notte accanto agli umani sul letto, piccolo, piccolo micio che non avrebbe dato nessun fastidio nel suo angolino...che male ci sarebbe stato se lui, Briciolino, si fosse accoccolato in fondo al lettone ed avesse goduto di quel calore affettuoso di cui aveva tanto bisogno! "Mamma- pensava il micino -perché non mi tengono con loro? perché mi tengono sul pavimento nudo lontano dai loro visi, dalle loro braccia? ho fatto qualcosa che non va?"E nel silenzio e nel linguaggio che solo gli animali sanno interpretare, la mamma gli parlava piano, gli diceva di avere pazienza, che avrebbe potuto avere maggior sfortuna, magari con gente che lo avrebbe abbandonato alla prima difficoltà...ma Briciolino soffriva in silenzio, si acciambellava nel suo pile e dormiva ore ed ore annullandosi, così, e rifiutando la sua tristezza, la sua immensa tristezza. Venne il giorno del grande trambusto, gente sconosciuta che andava e veniva, gambe ed odori mai visti e sentiti, voci dagli accenti ignoti, la casa si era animata, ma non c'era spazio per lui che si era rintanato in un angolo protetto, allontanandosi dalla confusione. Era rimasto solo nella notte con persone sconosciute che gli avevano fornito il cibo e poi si erano disinteressate a lui. "Perché -si continuava a chiedere "perché mai fanno così, forse sono cattivo e mi puniscono? ho forse fatto qualcosa che non dovevo? eppure io voglio bene ai miei umani, darei non so che per dare loro un bacino sul viso, accarezzarli, dimostrare il mio amore..." Il piccino non capiva e si addormentava ogni volta sempre più mogio. Poi gli umani partirono, se ne andarono, avevano cercato un pensionato per lui certo! non trovandolo si erano affidati ad una persona che andasse a pulire la cassetta di Briciolino ed a dargli il cibo, erano brave persone accorte, loro! non potevano rinunciare al viaggio di piacere per il gatto, però! il gatto era un bel giocattolo nei momenti liberi a casa, poi si poteva lasciare, con il cibo, ben inteso, ma non doveva impicciare, poteva ben restare a casa solo, in fondo..era un gatto...Passarono i giorni, Briciolino era solo, sempre più triste, non mangiava neanche quello che gli veniva dato, eppure le mani che lo curavano erano pietose, lo accarezzavano, lo mettevano sul davanzale affinché potesse vedere la strada ed il movimento, ma gli mancavano i suoi umani, lui li amava, li amava di quell'affetto incondizionato che solo gli animali sanno dare e sperava che magari sarebbero tornati più affettuosi, magari avevano solo un qualche problema...Passarono i giorni, i mesi, la situazione non cambiava, anzi ad un certo momento peggiorò, i viaggi si fecero più frequenti, la solitudine più tangibile e Briciolino si addormentava sempre più spesso invocando la mamma e, parlando con lei, piangeva. Non aveva più voglia delle crocchette che la mano pietosa gli offriva, non aveva neanche più bisogno della cassetta, si lasciava andare, i momenti di rimpianto erano sempre più frequenti ed il richiamo del calore materno sempre più urgente...a poco, a poco si lasciò scivolare nel buio, pensando ancora una volta ai suoi umani ed a quanto avrebbe voluto amarli, arrivò in fondo al tunnel dove un gran prato verde lo accolse. Gli venne incontro la sua mamma e lo accompagnò oltre l'Arcobaleno, là dove non c'è più dolore...Gli umani, al rientro trovarono una pelliccetta morbida nella cuccia...un piccolo peluche, tutto ciò che, in fondo, sarebbe loro servito!

Diana Macchitella © 12 Maggio 2008  

* Diana è risultata vincitrice del concorso "I Corti di Carta Illustrati" con "La Gattina e la Bambina", libro che potete trovare nelle fumetterie italiane e in altri punti vendita in tutta Italia.

 

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