Gnè

Di Nicola

Una storia con un finale triste che ancora fà male."18 maggio 2008, 17 anni e non sentirli

Ora sono le 20.30 anche se l'orario di msn space mi segna un'ora in ritardo.E sono esattamente 24 ore che la mia prima ed unica (fino a poco fa) gatta è morta. Non era una gatta particolarmente amante delle coccole. Preferiva farle lei leccando, rispondendo al suono della voce (e certe volte sembrava anche al tono), spingendo la sua testa contro la mia o contro le braccia. Però non amava particolarmente essere accarezzata. 
17 anni e appunto manco li dimostrava. Mai un cedimento. Mai un segno di vecchiaia se non le solite macchie scure sulle gengive. Chiunque l'ha conosciuta non poteva che meravigliarsi di quanto fosse vispa e giocosa fino al momento della morte. Una morte avvenuta praticamente di colpo, senza precedenti segnali. E ringrazio Dio che non ci siano stati tali segnali di sofferenza visto il male che molto probabilmente stava crescendo dentro di lei.Fino a 5 minuti dalla crisi respiratoria continuava a giocare e a saltare. E a saltare dal tavolo al divano o dall'asse da stiro al letto sembrava che la divertisse. E forse è stato proprio quello. L'ultimo salto l'ha fatto dalla scrivania del computer per poi fare due passi a terra e sdraiarsi supina con un miagolio abbastanza straziante. E già lì si capiva che sarebbe stato meglio correre dal veterinario. Cinque minuti la distanza da casa all'ambulatorio. Non eccessiva. Trasportata in una cesta in macchina tenta di alzarsi una volta ma si abbatte. All'entrata nell'ambulatorio sembra ancora viva ma la tachicardia era già cominciata. Si fa in tempo per appoggiarla sul lettino dell'ambulatorio e ci accascia di nuovo. Il tipico cinismo veterinario lo si sente già dalle prime parole della dottoressa "Ha una massa addominale che non dovrebbe esserci. Le mucose sono molto pallide. Non so cosa possa avere ma questa gatta sta morendo.". Bè, forse una veterinaria meno cinica sarebbe stata meglio, vado a pensare. Dopo un minuto cominciano le convulsioni ed entra in semiincoscienza. Sono le 20.15, viene intubata e si tenta con l'ossigeno. 15 minuti di silenzio e la veterinaria con il suo solito tono freddo "Se riesce a venirne fuori bisognerà farle degli esami. Ma sinceramente non credo che ne uscirà.". Dopo 10 minuti di respiro forzato e altri spasmi respiratori il cuore cessa di battere. Non si è neanche risvegliata dallo stato di coma. Ovviamente c'erano anche i miei genitori. Uniti in un momento ovviamente di dolore per tutti e tre....tranne che per la veterinaria. Capirai, è il suo lavoro. Mentre io uscivo dall'ambulatorio è spettato a mia madre prenderla in braccio e rimetterla dentro la cesta. Nessuna spiegazione da parte della veterinaria "Io non ho la sfera magica. Se volete posso fare un'autopsia.". Ovviamente non sarebbe potuto servire a molto e certamente non a riportarla in vita. Continuo a pensare che possa essere stato un infarto. Dopotutto se quella massa nell'addome fosse stato un tumore, di certo ciò non può portare ad una morte così veloce e praticamente senza sofferenze. Ma forse è stato meglio così. Mai ha dato segni di sofferenza dovuta a questo presunto cancro. 17 anni per un gatto sono 120 anni nostri. Roba da non crederci. Eppure ci sono stati dei casi in cui qualche gatto ha passato i 20 anni. Quella gatta la presi praticamente quando avevo 10 anni. Ciò vuol dire che abbiamo passato insieme forse gli anni più importanti della mia vita e penso anche della sua. Il mio primo ricordo suo era in uno spiazzo di una villa in campagna a Savigno e io che in mano le davo da mangiare una piadina. Le aveva passate tutte. Un anno dopo averla presa cade giù dal balcone del terzo piano: una zampa e il palato rotti. Passano 2-3 anni e i miei decidono di mandarla da una famiglia con una grande casa, sempre in campagna. Da lì scappa venne ritrovata grazie ad una trappola con del mangiare. Era incinta. Sempre è stata legata più a mia madre che a me (forse perchè le dava da mangiare più lei). I miei divorziarono un anno fa e mia madre andò via di casa. Da quel momento tutto ciò che lei prima faceva con mia madre, lo faceva con me. Sul divano o sul letto mi si accoccolava in braccio, cosa che prima non aveva mai fatto. Ora quei tre gatti non so manco se sono ancora vivi. Ma la cosa, uno degli ultimi ricordi, che più mi rimangono impressi era il pomeriggio del giorno prima. Si spostava in continuazione per andare a stare quasi in tutti i posti di casa dove stava: la scrivania in camera sotto la finestra a guardare fuori, l'asse da stiro anche esso sotto la finestra e sempre a guarda fuori. A dormire nello sgabuzzino dentro ad uno scatolone. Aveva una passione per gli scatoloni e i sacchetti grandi. Poi, come ormai succedeva da mesi, vedendomi sul divano mi balza sulla pancia e comincia a fissare un quadro al lato del divano. Un quadro raffigurante Gesù, uno di quei quadri che per una strana illusione ottica sembra che che muovano gli occhi del personaggio se ti sposti. E lei lì a fissarlo praticamente per mezzo minuto.Chissà che non avesse capito qualcosa...forse era più credente di me.Ora è sepolta sotto ad un ulivo nella casa di campagna dei miei zii a poche centinaia di metri da dove è nata. Sicuramente una parte di me è lì sotto terra. E sicuramente gran parte della mia gioventù e per questo ringrazio quella persiana dal pelo troppo lungo che ancora mi manca tanto perchè i momenti peggiori in questi casi sono sempre quelli che vengono dopo la morte di un caro (perchè lei non poteva non far parte della famiglia) quando riaffiorano i ricordi e sai che non possono più tornare fisicamente perchè c'è qualcosa che manca. E sepolti sotto quell'alberto ci sono 17 dei miei 25 anni.Questa è stata l'unica cosa che ho, scriverò (ed altro non scriverò) in questo luogo e l'ho fatto perchè glielo devo. Un unico modo per ringraziarla.
Ora ho un gatto che dorme sul divano. Ha due mesi e lo hanno chiamato Trombetta. Io non ho mai dato un nome alla mia gatta. Adesso me ne pento. Ma è giusto che lui ce l'abbia.Di certo Trombetta non è qui per sostituire ciò che mi rimane di colei che l'ha preceduto. Perchè mentre gioco con lui ancora continuano a tornarmi in mente momenti che vorrei che tornassero anche fisicamente. Ma so che non è così e stento a trattenere le lacrime. E forse è per questo che non riesco a mettere una foto di quella gatta in questo ritaglio di parole. Le foto che ho di lei rimangono in una cartella qui sullo space perchè ancora non ne ho la forza di sceglierne ed inserirne una.C'è chi vuole aspettare, mentre altre persone sono sempre dell'idea che la viti continui e che dopotutto subito o dopo un pò non ha importanza. Io sono certo di aver fatto la scelta giusta, nonostante mio padre volesse aspettare e mia madre praticamente mi ha colpevolizzato tanto che le ho dovuto cacciare giù il telefono dopo avermi sentito dire "Dovevi aspettare. E' appena morta e non hai avuto rispetto.". Eppure sento che dal suo punto di vista non avrebbe torto perchè non ha avuto modo di vederla ancora cosciente. Ma era lei che accarezzava il suo corpo ormai senza vita. Io non avevo il coraggio di avvicinarmi al lettino. 

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